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FOGLIO SETTIMANALE 01/12 - 08/12

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I DOMENICA DI AVVENTO / C - DOMENICA 1 DICEMBRE 2024

SIATE PRONTI E VIGILATE, LA VOSTRA LIBERAZIONE E' VICINA

Oggi ha inizio un nuovo anno liturgico e, con esso, il tempo di Avvento, tempo di attesa e di preparazione alla venuta del Signore Gesù. Il profeta Geremia proclama la venuta del Messia, che realizzerà le promesse di bene che Dio aveva fatto (I Lettura). Il profeta ribadisce che un discendente di Davide avrebbe liberato il popolo oppresso instaurando un regno di giustizia e di pace. San Paolo esorta a prepararsi al ritorno del Signore con la santità di vita. Tutta la vita è un cammino di preparazione a questo incontro. Il Vangelo non ci parla di pace, di amore, di tenerezza, di gioia, come ci attenderemmo, ma annuncia fatti terrificanti e apocalittici. Non dobbiamo avere paura. La Parola ci esorta ad avere fiducia in Dio che viene a visitarci per liberarci dal timore della morte e per “alzarci” dalle nostre fragilità. L’invito è a vigilare su noi stessi, a scoprire cosa ci conduce alla vera gioia e all’amore senza lasciarsi appesantire da «dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita» che ci illudono di poter evitare questo incontro, ma con l’unico risultato di farcelo temere. Saremo pronti, così, per l’incontro con il Figlio dell’uomo, quando verrà con grande potenza e gloria.

Rendere a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio è la risposta di Gesù a una domanda tranello. È chiaro che solo a Dio si deve dare tutta la nostra persona e che, al contempo, va dato il proprio contributo leale alle istituzioni civili. Questo Gesù lo insegnerà con la sua vita e l’obbedienza della Croce, quando i suoi avversari sceglieranno di stare dalla parte del potere umano e non dalla parte di Dio. 

Foglio Settimanale

La Domenica

FOGLIO SETTIMANALE 24/11 - 01/12

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N.S. GESÙ CRISTO RE DELL’UNIVERSO / B - DOMENICA 24 NOVEMBRE 2024

IL POTERE CHE MUOVE LA STORIA

Forse anche a te capita di chiedere il perché di quanto accade nella tua vita e nella storia del mondo. La solennità di Cristo Re dell’universo ci ricorda, alla fine di questo anno liturgico, che la storia non va avanti “a caso” ma avanza verso una meta. Oggi ci è dato di scorgere con l’occhio della profezia (I e II Lettura) la chiave di volta in cui tutto trova senso e compimento: Cristo, il cui «potere eterno non finirà mai». «Dunque, tu sei re?», chiede Pilato. Se i regni di questo mondo si affermano con la potenza delle armi, il regno di Cristo avanza nella storia con la forza di un’attrazione interiore che ha nome “verità”. La verità è il richiamo silenzioso («la mia voce») radicato nei cuori umani, rivolto a chiunque sa mettersi in gioco nell’incontro personale con lui (Vangelo). «Colui che ci ama e ci ha liberati dai nostri peccati con il suo sangue» è l’eterno Sacerdote sul cui altare, ogni giorno nell’Eucaristia, si riversa tutta la vita del mondo, riconsegnata al suo “destino ultimo”; e noi, resi nel battesimo re, profeti e sacerdoti, abbiamo parte al suo potere regale. Un solo atto d’amore ha il potere di trascinare il mondo.

Rendere a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio è la risposta di Gesù a una domanda tranello. È chiaro che solo a Dio si deve dare tutta la nostra persona e che, al contempo, va dato il proprio contributo leale alle istituzioni civili. Questo Gesù lo insegnerà con la sua vita e l’obbedienza della Croce, quando i suoi avversari sceglieranno di stare dalla parte del potere umano e non dalla parte di Dio. 

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FOGLIO SETTIMANALE 17/11 - 24/11

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XXXIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO / B - DOMENICA 17 NOVEMBRE 2024

UN NUOVO CAMMINO DI SALVEZZA

Siamo nel contesto della conclusione dell’anno liturgico e nelle celebrazioni e feste che caratterizzano questo tempo possiamo vedere come l’immagine di un mondo che sta finendo e sul quale il Signore pronuncia il suo giudizio. Il Vangelo descrive tutto questo con il linguaggio popolare di impressionanti fenomeni, cari alla tradizione biblica: «Il sole si oscurerà, le stelle cadranno dal cielo, le potenze che sono nei cieli saranno sconvolte». Questo può essere visto anche come il momento in cui il Signore traccia alle nostre comunità, per il nuovo anno liturgico che inizieremo, il cammino della salvezza, che le conduce “alla vita eterna”, e il cammino della conversione, che le preserva “dalla vergogna” della condanna (I Lettura). Sarà il tuo cammino e il cammino della tua comunità. Quanto all’affermazione che neppure il Figlio conosce il momento della fine del mondo («Quanto a quel giorno… nessuno lo sa, né gli angeli del cielo né il Figlio, eccetto il Padre»), essa vuole indicare che lo svelare questa fine non rientra nella missione di Gesù, ma spetta solo al Padre. È lui il Signore del tempo e della storia. Lui solo ne conosce l’inizio e la fine.

Rendere a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio è la risposta di Gesù a una domanda tranello. È chiaro che solo a Dio si deve dare tutta la nostra persona e che, al contempo, va dato il proprio contributo leale alle istituzioni civili. Questo Gesù lo insegnerà con la sua vita e l’obbedienza della Croce, quando i suoi avversari sceglieranno di stare dalla parte del potere umano e non dalla parte di Dio.

Oggi ricorre la Giornata mondiale del Povero.

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La Domenica

FOGLIO SETTIMANALE 10/11 - 17/11

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XXXII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO / B - DOMENICA 10 NOVEMBRE 2024

HA DATO PIU' DI TUTTI GLI ALTRI

Due povere vedove sono oggi le protagoniste della liturgia della Parola. La vedova di Sarepta, scegliendo di dare da mangiare al profeta, dimostra una grande fede (I Lettura). Preparando prima la focaccia per l’uomo di Dio e poi per sé stessa e per il figlio, mette Dio al primo posto. La sua fede viene premiata perché «la farina della giara non venne meno e l’orcio dell’olio non diminuì». La vedova del Vangelo, sebbene doni una somma di denaro molto inferiore a tutti gli altri, non si priva del superfluo ma di tutto quello che ha: confida semplicemente in Dio e attende da lui sostegno e salvezza. La donna è lodata da Gesù perché ella è certa che il vero tesoro, che tarma e ruggine non consumano (Mt 6,19), è la relazione con il Signore che si può realizzare solo facendo le sue stesse scelte di autodonazione. La nostra donazione è gradita al Signore se siamo disposti a “lasciare” qualcosa di importante, a rinunciare e a offrire la nostra rinuncia a Dio come ha fatto lui. Modello sublime di donazione è, infatti, il Signore Gesù che ha offerto sé stesso, immolandosi per noi quale vero agnello pasquale (II Lettura).

Rendere a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio è la risposta di Gesù a una domanda tranello. È chiaro che solo a Dio si deve dare tutta la nostra persona e che, al contempo, va dato il proprio contributo leale alle istituzioni civili. Questo Gesù lo insegnerà con la sua vita e l’obbedienza della Croce, quando i suoi avversari sceglieranno di stare dalla parte del potere umano e non dalla parte di Dio. 

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