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FOGLIO SETTIMANALE 08/09 - 15/09

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XXIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO / B - DOMENICA 8 SETTEMBRE 2024

L'UNICA RIVOLUZIONE CHE TRASFORMA IL MONDO

Oggi Gesù ci prende in disparte, ci allontana dai riflettori del mondo e rinnova per noi il suo “Effatà”, cioè “Apriti!” (Vangelo). Ne abbiamo tanto bisogno per riaprirci alla novità – scomoda – della vita evangelica che san Giacomo ci illustra: si tratta di preferire il povero, che non ci arricchisce secondo il mondo, al ricco, che potrebbe ricambiarci. Si tratta di preferire l’amore al potere, il perdere al guadagnare (II Lettura). Questa è l’unica rivoluzione che trasforma veramente il mondo. Maria, di cui oggi si commemora la nascita, lo canta nel suo Magnificat: il Padre «ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili». Ci dice in qualche modo anche lei, come già il profeta Isaia: «Coraggio, non temete, ecco il vostro Dio, giunge la vendetta, la ricompensa divina!». Se ascoltiamo la Parola del nostro Dio e facciamo tutto quello che egli ci chiede, allora «griderà di gioia la lingua del muto» perché vedrà finalmente scaturire acque in questo deserto che è il nostro mondo così martoriato (I Lettura). Vergine Maria, siamo tuoi, oggi e ogni giorno!

Rendere a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio è la risposta di Gesù a una domanda tranello. È chiaro che solo a Dio si deve dare tutta la nostra persona e che, al contempo, va dato il proprio contributo leale alle istituzioni civili. Questo Gesù lo insegnerà con la sua vita e l’obbedienza della Croce, quando i suoi avversari sceglieranno di stare dalla parte del potere umano e non dalla parte di Dio. 

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FOGLIO SETTIMANALE 01/09 - 08/09

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XXII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO / B - DOMENICA 1 SETTEMBRE 2024

ONORARE DIO CON LE LABBRA E CON IL CUORE

Nella nostra vita di fede gli atti esteriori, le preghiere, i riti sacramentali devono avere un corrispettivo nelle disposizioni interiori della persona, nei sentimenti profondi con i quali vanno accompagnati e vissuti. Senza tali disposizioni questi atti sarebbero menzogneri e ipocriti. Non resta allora altro da fare che esaminarci con serietà e lealtà e, se occorre, rimettere in questione l’espressione della nostra vita cristiana. La convinta e convincente osservanza dei comandamenti è la sola risposta che Dio si attende da Israele, popolo dell’Alleanza e dei divini favori: una risposta personale, ispirata dall’amore, che dà valore all’osservanza esteriore della Legge, che pur ci vuole (I Lettura). San Giacomo (II Lettura) insiste nel dire che la parola di Dio dev’essere non solo ascoltata, ma anche fatta fruttificare attraverso l’amore per Dio e la carità verso il prossimo bisognoso di soccorso. La sola pratica esteriore della religione, infatti, non può piacere a Dio (Vangelo). Occorre far proprio un atteggiamento interiore sincero e disinteressato, che si esprime nell’adorazione dell’unico Dio e nella disponibilità per i fratelli. È, dunque, solo la sua autenticità a conferire valore alla pratica religiosa.

Rendere a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio è la risposta di Gesù a una domanda tranello. È chiaro che solo a Dio si deve dare tutta la nostra persona e che, al contempo, va dato il proprio contributo leale alle istituzioni civili. Questo Gesù lo insegnerà con la sua vita e l’obbedienza della Croce, quando i suoi avversari sceglieranno di stare dalla parte del potere umano e non dalla parte di Dio. 

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FOGLIO SETTIMANALE 25/08 - 01/09

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XXI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO / B - DOMENICA 25 AGOSTO 2023

PAROLA DURA O PAROLA DI VITA?

Il discorso di Gesù sul “pane della vita” è, per alcuni, duro da ascoltare, per altri, come Pietro, è invece parola di vita eterna (Vangelo). La parola dura di Gesù rivela la durezza dei cuori che non sanno ascoltare. Probabilmente anche Pietro non riesce a comprendere del tutto il discorso di Gesù, c’è però in lui un vincolo di amore che lo lega al suo Signore, conducendolo ad affidarsi anche a parole di cui non afferra pienamente il significato. Per lui, più che ciò che Gesù dice, vale ciò che Gesù è. Più volte nel suo discorso Gesù ha dichiarato «Io sono», Pietro adesso gli dice «tu sei». Pietro si fida di chi è Gesù e questo atteggiamento gli consente di fidarsi della sua parola, anche quando suona dura ai suoi orecchi. È lo stesso atteggiamento con il quale Israele risponde a Giosuè in Sichem (I Lettura), confermando di non volere abbandonare il Signore, poiché è capace di ricordare tutto ciò che Dio ha fatto per il suo popolo e soprattutto chi egli è stato. Ogni nostra decisione di rimanere fedeli, anche nel vincolo matrimoniale (II Lettura), non può avere altro fondamento che questa fiducia, la quale consente di affrontare con fedeltà anche tempi di prova e di crisi.

Rendere a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio è la risposta di Gesù a una domanda tranello. È chiaro che solo a Dio si deve dare tutta la nostra persona e che, al contempo, va dato il proprio contributo leale alle istituzioni civili. Questo Gesù lo insegnerà con la sua vita e l’obbedienza della Croce, quando i suoi avversari sceglieranno di stare dalla parte del potere umano e non dalla parte di Dio.

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FOGLIO SETTIMANALE 18/08 - 25/08

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XX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO / B - DOMENICA 18 AGOSTO 2024

INVITATI AL BANCHETTO DELLA VITA

Abbiamo bisogno che la nostra vita sia segnata dalla sapienza; ascoltiamo allora il Signore, camminiamo sulla via che lui stesso ci indica, nutriamoci del pane di vita: «Prendete e mangiate!». Spesso, invece, ci comportiamo da insensati, preoccupati solo del nostro benessere materiale, senza preoccuparci prima di tutto del regno dei cieli. Accogliamo perciò l’invito della sapienza di Dio, personificata nei tratti di una padrona di casa che esorta a prendere parte al grande banchetto da lei preparato, che ha la capacità, se ascoltata, di riempire la vita di gioia e di prosperità (I Lettura). Il tempo a disposizione per fare le nostre scelte e agire di conseguenza è troppo prezioso perché noi lo sprechiamo in vanità. Per questo san Paolo (II Lettura) ci invita a vigilare su noi stessi per sfuggire alle tante “droghe” del mondo e indirizzare il cuore verso Dio. Apriamo, allora, il cuore alla vera sapienza, e non restiamo sordi come quei giudei e discepoli che non vogliono capire le parole di Gesù quando afferma di essere lui stesso «il pane vivo disceso dal cielo» (Vangelo). Chiunque vuole avere la vera vita non ha altra via: deve ricevere il suo corpo immolato e il suo sangue versato, presenti sotto le sacre specie eucaristiche.

Rendere a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio è la risposta di Gesù a una domanda tranello. È chiaro che solo a Dio si deve dare tutta la nostra persona e che, al contempo, va dato il proprio contributo leale alle istituzioni civili. Questo Gesù lo insegnerà con la sua vita e l’obbedienza della Croce, quando i suoi avversari sceglieranno di stare dalla parte del potere umano e non dalla parte di Dio. 

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