L'ORATORIO DI PAVIA DI UDINE NASCE L'8 DICEMBRE 1989 DA UN PICCOLO SEME CHE PORTAVA CON SE' LA PASSIONE PER L'EDUCAZIONE. E' CRESCIUTO COME UNA RETE DI RELAZIONI CHE SI E' ALLARGATA OLTRE IL CONFINE DEI SUOI MURI. L'ORATORIO E' UNA COMUNITÀ APERTA DI GIOVANI, ADULTI, BAMBINI, FAMIGLIE, RELIGIOSE, LAICI, PARROCCHIANI, ...

Oratorio

L'oratorio in vacanza

  • Scritto da Conchione Giada
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Anche l'oratorio si prende qualche giorno di riposo!

Siamo chiusi

DAL 2 AL 21 AGOSTO ci rivediamo il 22 agosto con tante novità!

Potete sempre inviarci una mail a associazioneilponte@oratoriopavia.it

Buona estate da tutto lo staff!

Grest a 10.000 km di distanza

  • Scritto da Conchione Giada
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Come Paolo anche altri due ragazzi, del nostro oratorio, hanno scelto di passare un'estate alternativa! Sono Marta ed Emanuele che faranno il grest a 10.000 KM di distanza, in Ecuador! Da oggi anche loro ci manderanno un piccolo diario di bordo per raccontarci la loro esperienza. Rimanete sintonizzati! 

Ciao, sono Marta. Ho 18 anni e vivo a Lauzacco. Ho appena finito il liceo scientifico e a settembre farò il test per entrare a Medicina. Questo è il mio quinto anno da animatrice, ma sono praticamente cresciuta in oratorio, infatti lo frequento dalla prima elementare. Il prossimo 25 luglio partirò insieme ad Emanuele per una missione in Ecuador, assieme ad altri 15 ragazzi del Triveneto. La decisione di partire è stata un po’ particolare, ma anche impegnativa perché l’Ecuador è dall’altra parte dell’oceano. È sempre stato il mio sogno nel cassetto quello di andare in missione in un posto lontano da casa per poter concretamente fare del bene e aiutare i meno fortunati e quando Suor Claudia mi ha fatto questa proposta ho subito pensato “Wow si è la mia occasione”.

Ciao, sono Emanuele, ho 19 anni e vivo a Buttrio. Quest'anno mi è stato proposto di partire per l'Ecuador e dopo 4 anni di animazione mi è sembrata l'occasione giusta per fare qualcosa di diverso rimanendo però nello stile di Don Bosco. Rapportarsi con una realtà completamente diversa, a contatto con la povertà, sarà sicuramente per tutti un modo per crescere nella mente e nello spirito.

Quindi ora eccoci qui prossimi alla partenza verso un piccolo paesino delle montagne ecuadoriane dove assisteremo le persone del luogo facendogli compagnia, portandogli gli alimenti, aiutando nella scuola femminile lì presente e in tutto quello di cui avranno bisogno.

Non sappiamo con precisione che cosa faremo, essendo a loro completa disposizione, ma vi terremo aggiornati in questo viaggio!

Crazy martas: ep 6

  • Scritto da Conchione Giada
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Il gioco di questa settimana è stato guerra cinese: un gioco di srategia che vede due squadre sfidarsi con l’obbiettivo di prendere la bandiera avversaria e portarla alla propria base. Quale luogo migliore di un bosco per giocarci!

Regole del gioco:

- Posizionare la propria bandiera in un luogo seminascosto ma accessibile.

- L’intera zona distante 2m dalla bandiera viene delimitata: è l’area. In questa “zona neutra” gli avversari non possono essere presi.

- Ogni giocatore possiede una cartellino che ne indica il grado, che può essere uno dei seguenti:

GRADI

- GENERALE*

- COLONNELLO*

- TENENTE COLONNELLO

- MAGGIORE

- CAPITANO

- TENENTE

- SOTTOTENENTE

- SERGENTE MAGGIORE

- SERGENTE

- CAPORALE

- SOLDATO

GRADI SPECIALI:

- CARRO ARMATO

- BOMBA ANTICARRO

- MINA ANTIUOMO

- SPIA

-*anche generale e colonnello vengono classificati speciali

- Se un giocatore prende (tocca) un giocatore avversario, entrambi si fermano e si recano dagli arbitri. Generalmente chi ha grado più alto vince; in questo caso il vincitore continua a giocare e il perdente torna alla base per cambiare il cartellino. Gli arbitri non rivelano i cartellini ma solo chi viene eliminato

CASI PARTICOLARI

- I giocatori hanno lo stesso cartellino: entrambi continuano a giocare

- Il carro armato vince su tutti tranne che sulla bomba anticarro

- La bomba anticarro è l’unica che può distruggere il carro armato, ma nel farlo esplode

- La mina uccide tutti gli “uomini” ma non contro il carro armato

- Sia che la mina che la bomba muoino se uccidono l’avversario ed entrambe possono essere ucise dal soldato semplice, che le disinnesca

- La spia muore sempre ma rivela ala sua squadra il cartellino dell’avversario che ha preso

- Se si incontrano due ruoli che non hanno legame la situazione è di pareggio

- L’obbiettivo è di prendere la bandiera avversaria e portarla nella propria base

- Chi ha preso la bandiera non può passarla e se viene ucciso deve riportare la bandiera alla base avversaria

- I gradi speciali non possono prendere la bandiera

Estate di missione in diretta dal Il Cairo

  • Scritto da Conchione Giada
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Chi scrive è Paolo Lucca un ragazzo di 19 anni, originario di Lauzacco, che ha sempre frequentato il nostro oratorio. Dopo diversi anni di animazione a Pavia gli è stato proposto di vivere un'estate alternativa attraverso un'esperienza di missione. Nelle prossime tre settimane leggeremo i racconti di questa nuova avventura.

Carissimi lettori, vi racconto in poche righe l’esperienza missionaria che sto vivendo all’istituto salesiano di Rod El Farag, al Cairo.

Prima di cominciare, peró, voglio ringraziare moltissimo Suor Claudia, che a marzo di quest’anno ha pensato proprio a me per questa avventura. L’ MGS del Triveneto aveva infatti proposto pochi giorni prima un ventaglio di bellissime esperienze missionarie estive, con destinazioni di ogni tipo, dagli sperduti paradisi tropicali dell’Ecuador alla più vicina Romania. Una di queste proposte prevedeva l’insegnamento dell’italiano in un grande scuola salesiana in Egitto. È per questa meta che ho deciso di partire.

L’istituto salesiano di Rod El Farag è una scuola tecnico-professionale che ha sede al Cairo. Una struttura grandissima, che ospita durante l’anno molti alunni, con piú di novecento iscritti. Una particolaritá rende questa scuola unica in Egitto: tutte le lezioni vengono svolte in lingua italiana e il diploma di maturità rilasciato dall’istituzione è equipollente al nostro. Gli studenti che desiderano entrare all’istituto devono seguire peró, nell’estate precedente al primo anno, un vero e proprio corso intensivo di italiano. È qui che entriamo in gioco noi volontari: ad alcuni di noi sono affidate infatti alcune classi del corso, che dura dal 16 luglio al 10 agosto.

Nella mia, la numero 6, ci sono ben trenta ragazzi. La maggioranza di loro è di musulmani, una piccola parte è di cristiani copti, che qui in Egitto sono quasi il 20% della popolazione. Tutti i ragazzi, che hanno 13/14 anni, sono curiosissimi ed educati, sono concentrati, nonostante lo shock dell’impatto con una lingua nuova e molto diversa dall’arabo. Hanno voglia di imparare e il loro impegno ne è la prova, alcuni vengono da molto lontano.
Anche per noi “insegnanti” l’impatto con una cultura cosí diversa non é certo semplice: i ritmi incalzanti di una grande metropoli, il frastuono continuo di mille clacson a qualsiasi ora del giorno e della notte, il canto del Muezzin, che scandisce le giornate intonando preghiere dai minareti della cittá, i tanti nomi e volti nuovi da imparare. Dovunque posiamo gli occhi troviamo qualcosa di cui stupirci.

La giornata comincia al mattino presto, quando i primi ragazzi iniziano ad affollare il grandissimo cortile della scuola. Qui alle 7:45 risuona l’inno egiziano che dá ufficialmente il via alle lezioni. Poi, dalle 8 alle 12:30 tutti in classe. Al pomeriggio si continua con giochi a tema, dedicati agli argomenti degli insegnamenti della mattina, in questa prima settimana l’alfabeto, le sillabe e la composizione delle prime parole. Poi finalmente gli alunni possono tornare a casa.

In Egitto peró non c’è tempo per riposare e la scuola non rimane vuota a lungo. Quattro giorni a settimana l’oratorio anima di mille suoni e colori i grandi spazi del cortile; tanti bambini e bambine di Shobra (il nostro quartiere, uno dei più poveri!) si trovano qui per l’Estate Ragazzi. Non manca niente: le attivitá procedono senza sosta, tra giochi, musica e tanti, tantissimi balli. Solo a sera, dopo la buonanotte, la grande scuola si spopola dei suoi abitanti e lascia spazio ai rumori della sera.
A fine giornata si torna in camera sfiniti, ed è appena il momento, per noi, di correggere i quaderni e preparare la lezione del giorno dopo: una corsa contro il tempo. La soddisfazione prima di dormire, peró, è veramente impagabile.

Insomma, la vita a scuola è la vita intensissima del Cairo. Frenetica, colorata, piena di sfide e di speranze, giovane.


Un caro saluto,
Salam!


Paolo