Insieme

FOGLIO SETTIMANALE 16/03 - 23/03

  • Scritto da Petrello Anna
  • Visite: 59

II DOMENICA DI QUARESIMA / C - DOMENICA 16 MARZO 2025

«QUESTI È IL FIGLIO MIO, L'ELETTO; ASCOLTATELO!»

La trasfigurazione di Cristo ci invita a riflettere sul meraviglioso progetto di amore che Dio già aveva rivelato ad Abramo (I Lettura), stipulando con lui un patto di alleanza e di amicizia incondizionata. Un patto nel quale si cela un disegno, eterno e universale, che riguarda tutta l'umanità. È ciò che si compie in ciascuno di noi, quando riceviamo il battesimo e - dice san Paolo - veniamo liberati dal nostro "corpo di morte" (II Lettura) e "trasfigurati" nel Cristo. Di qui l'esortazione a imitare il Signore Gesù, nella fedeltà al Vangelo.
La scena grandiosa della trasfigurazione del Signore, davanti a pochi intimi, è inserita in una cornice di preghiera (Vangelo). Gesù, accompagnato da tre apostoli: Pietro, Giovanni e Giacomo, è salito su di un monte a pregare. D'improvviso è avvolto di luce: il suo volto cambia d'aspetto, è trasfigurato. Vedere ora il volto luminoso del Maestro, servirà a rassicurare i discepoli quando saranno gettati nella tristezza per la sua morte, che Gesù sta per annunciare loro. Nello splendore della scena, Gesù appare dialogare con Mosè ed Elia, i massimi esponenti dell'Antica Alleanza. Ma, da una nube, il Padre proclama la sua predilezione per il Figlio suo. D'ora in poi, lui "è" la Legge e i Profeti, l'inviato di Dio per salvare l'umanità. Verso di lui, che è "Parola di Dio", è chiesta l'obbedienza della fede.

Da sempre abbiamo scrutato il cielo per cercare di vedere il volto di Dio; ma è in Cristo, trasfigurato sul monte Tabor, che Dio ci ha permesso di intravedere un raggio del suo splendore e della sua luce inaccessibile. E noi, resi figli di Dio nel Figlio eletto, giorno dopo giorno dobbiamo conformarci a Cristo, ascoltando la sua Parola, obbedendo alla sua voce e pregando per rimanere in comunione con lui.

Foglio Settimanale

La Domenica

FOGLIO SETTIMANALE 09/03 - 16/03

  • Scritto da Petrello Anna
  • Visite: 50

I DOMENICA DI QUARESIMA / C - DOMENICA 9 MARZO 2025

GESÙ VINCE PER COLORO CHE CREDONO

Con l’Incarnazione inizia un tempo nuovo, in cui si manifesta la solidarietà di Dio con gli uomini, da sempre ribelli. Dio, amante degli uomini, si fa uomo, nascendo da una donna; si confonde con i peccatori nelle acque del Giordano; si espone alle tentazioni del diavolo (Vangelo); si consegna nelle mani dell’uomo, e sul Calvario è crocifisso. È una storia che contraddice ogni logica e attesa umana, ma su di essa si fonda la nostra professione di fede. Quale faticosa via percorre colui che è la nostra Via! Sceglie di redimerci condividendo le nostre prove, lasciandosi tentare e sperimentando il rischio di cedere alla perversione del male. Quale verità ci insegna, Gesù che è la nostra Verità! Vince la seduzione dell’avere e del possedere; vince la tentazione di pretendere che Dio intervenga su comando; vince la tentazione del potere e della gloria del mondo. Quale vita nuova offre all’uomo, Gesù che è la nostra Vita! Lui, il Figlio di Dio incarnato, prova fino in fondo le nostre fatiche e tentazioni, e mette la propria vita nelle nostre mani, perché possa essere trasformata nella sua. Vince, Gesù, sul diavolo! Ma vinciamo anche noi, se crediamo in lui e ci affidiamo alla sua Parola.

Il brano delle tentazioni, che quest’anno ascoltiamo nella versione di Luca, pone l’accento sul fatto che la vittoria sul male è garantita dal ricorso a ciò che «è scritto», alla Parola di Dio. È l’invito del Deuteronomio a fare memoria delle meraviglie compiute da Dio, che rende consapevoli che Dio ci è sempre vicino. Si celebra oggi il Giubileo del Mondo del Volontariato (8-9 marzo).

Foglio Settimanale

La Domenica

FOGLIO SETTIMANALE 02/03 - 09/03

  • Scritto da Petrello Anna
  • Visite: 72

VIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO / C - DOMENICA 2 MARZO 2025

UNA PAROLA BUONA

Il rapporto che c’è tra la parola e il cuore è simile a quello che intercorre tra il frutto e l’albero. Un frutto buono rivela la bontà dell’albero; così la parola, dice il Siracide, rivela i pensieri del cuore e la bocca esprime – secondo Luca – «ciò che dal cuore sovrabbonda». Quali sono queste parole buone che manifestano la bontà del cuore? Gesù ne ricorda qualcuna. È la parola con la quale riconosciamo la trave che c’è nel nostro occhio e che non esitiamo a rimuovere attraverso cammini di conversione, che ci impediscano di diventare “ciechi che guidano altri ciechi”. La parola buona sa correggere con mitezza chi sbaglia, aiutandolo a rimuovere la pagliuzza che può esserci nel suo occhio, per rendere luminosa la sua vista, di modo che sia lui a guidarci sul cammino della vita. Parola buona è quella che sa infondere coraggio e speranza, ricordando a tutti, come fa san Paolo con i Corinzi, che i nostri sforzi non sono vani se fondati sulla vittoria pasquale di Gesù, che ha vinto per sempre il peccato e la morte. È questa speranza che ci rende saldi e irremovibili, come alberi ben piantati nel terreno, capaci di produrre come frutto parole di consolazione e fiducia.

Il paragone dell’albero e dei suoi frutti è il filo conduttore che attraversa le letture di questa domenica. Nel Vangelo, poi, Gesù, parlandoci di albero buono e albero cattivo, vuol farci capire che per essere l’albero buono che produce frutti buoni bisogna avere un cuore buono. Solo così la nostra fatica non sarà vana.

Foglio Settimanale

La Domenica

FOGLIO SETTIMANALE 16/02 - 23/02

  • Scritto da Petrello Anna
  • Visite: 78

VI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO C) - DOMENICA 16 FEBBRAIO 2025

Nel Vangelo di Luca, le beatitudini si rivolgono a coloro che hanno già scelto il Signore, ai discepoli. Seguirlo significa abbandonare tutto (Lc 9,23), rinunciare agli agi (Lc 9,58), essere detestati (cf. Gv 17,14), allontanati dalle cerchie del potere, dai soldi e dall’onore (cf. Gv 16,2).
Il credente che riesce dappertutto, che riceve dal mondo ossequi e considerazione, si metta a tremare, si inquieti perché sarà inghiottito e digerito dal mondo che ama possedere (cf. Gv 15,19).
Non si tratta di demagogia né di paura della vita. Gesù non è un dotto professore di etica, né un sistematico autore di trattati di morale. La sua predicazione è una denuncia profetica: frasi corte e forti contrasti.
Le sue parole rimandano a situazioni correnti: l’abbondanza dei beni, la ricerca insaziabile del piacere, il desiderio del successo e dell’applauso,... tutte queste pretese producono la vanità (danno una falsa sicurezza), rendono orgogliosi (ci fanno credere che siamo più importanti degli altri), divinizzano (molte persone adorano coloro che posseggono e si prostrano davanti a loro), induriscono (rendono incomprensivi e privi di solidarietà), corrompono (finiscono per opprimere, credendo di farlo anche con la benedizione di Dio).
Le beatitudini ci avvertono seriamente: stabiliamoci nella verità di Gesù e cerchiamo di non sbagliarci nel momento decisivo.

Foglio Settimanale