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FOGLIO SETTIMANALE DAL 15/12 AL 22/12

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II DOMENICA DI AVVENTO «GAUDETE»  - DOMENICA 15 DICEMBRE 2024

NON LASCIAMOCI CADERE LE BRACCIA!

«Su, non lasciarti cadere le braccia» è un’espressione che spesso diciamo o ci sentiamo dire quando siamo oppressi da situazioni problematiche, dolorose. È una frase che, a volte, ha un sapore amaro, in quanto si sperimenta l’incapacità di poter essere di vero aiuto all’altro, oppure d’essere da lui soccorsi efficacemente. La utilizza anche il profeta Sofonia (I Lettura), consapevole, però, che l’aiuto non viene semplicemente da un mutuo soccorso fra esseri umani, ma è di origine divina. È il Signore ad essere il Salvatore potente che non abbandona mai il suo popolo e gli permette di salvaguardare la serenità del cuore. Quella che è la promessa di Dio, diventa per l’uomo motivo di responsabilità: il Vangelo, oltre che richiamare i doveri di una giusta convivenza fra gli uomini, aggiunge che la motivazione non può stare solo in una buona condotta civile, ma si deve fondare sull’azione dello Spirito Santo, che ne è l’anima e conduce l’uomo ad essere perseverante e intelligente nel bene autentico, perché fra tutti possa regnare la letizia evangelica.

Rendere a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio è la risposta di Gesù a una domanda tranello. È chiaro che solo a Dio si deve dare tutta la nostra persona e che, al contempo, va dato il proprio contributo leale alle istituzioni civili. Questo Gesù lo insegnerà con la sua vita e l’obbedienza della Croce, quando i suoi avversari sceglieranno di stare dalla parte del potere umano e non dalla parte di Dio. 

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La Domenica

FOGLIO SETTIMANALE 08/12 - 15/12

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IMMACOLATA CONCEZIONE DELLA BEATA VERGINE MARIA - DOMENICA 8 DICEMBRE 2024

"MI HA RIVESTITO DELLE VESTI DI SALVEZZA"

La tradizione ebraica vede nella nudità dell’uomo, che si nasconde dalla presenza di Dio, l’umanità rimasta priva dell’“abito di luce”, dopo il peccato. Ma alla voce di Dio che chiamava («Dove sei?») ha risposto una donna: «Ecco la serva del Signore». Maria Immacolata è la “nuova Eva”, che si è lasciata trovare e amare dal Signore; terra fertile tutta esposta alla luce della grazia, senza ombre o angoli oscuri. La liturgia ci fa guardare alla sua immacolata concezione in vista del meraviglioso progetto di Dio, quello che Paolo chiama «il disegno d’amore della sua volontà». In lei, infatti, resa feconda dallo Spirito, Dio ha intessuto il nuovo abito di luce nella carne del Figlio, per rivestire l’umanità della sua bellezza intatta e primigenia. Maria Immacolata, la “Tutta bella”, ci ricorda che prima di tutto c’è la grazia di Dio, c’è il suo amore gratuito a cui «nulla è impossibile». Nel suo “eccomi” ci siamo anche noi, «scelti prima della creazione del mondo per essere santi e immacolati di fronte a lui nella carità». Nel disegno di Dio il peccato non è stato la prima parola e neanche sarà l’ultima!

Rendere a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio è la risposta di Gesù a una domanda tranello. È chiaro che solo a Dio si deve dare tutta la nostra persona e che, al contempo, va dato il proprio contributo leale alle istituzioni civili. Questo Gesù lo insegnerà con la sua vita e l’obbedienza della Croce, quando i suoi avversari sceglieranno di stare dalla parte del potere umano e non dalla parte di Dio. 

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FOGLIO SETTIMANALE 01/12 - 08/12

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I DOMENICA DI AVVENTO / C - DOMENICA 1 DICEMBRE 2024

SIATE PRONTI E VIGILATE, LA VOSTRA LIBERAZIONE E' VICINA

Oggi ha inizio un nuovo anno liturgico e, con esso, il tempo di Avvento, tempo di attesa e di preparazione alla venuta del Signore Gesù. Il profeta Geremia proclama la venuta del Messia, che realizzerà le promesse di bene che Dio aveva fatto (I Lettura). Il profeta ribadisce che un discendente di Davide avrebbe liberato il popolo oppresso instaurando un regno di giustizia e di pace. San Paolo esorta a prepararsi al ritorno del Signore con la santità di vita. Tutta la vita è un cammino di preparazione a questo incontro. Il Vangelo non ci parla di pace, di amore, di tenerezza, di gioia, come ci attenderemmo, ma annuncia fatti terrificanti e apocalittici. Non dobbiamo avere paura. La Parola ci esorta ad avere fiducia in Dio che viene a visitarci per liberarci dal timore della morte e per “alzarci” dalle nostre fragilità. L’invito è a vigilare su noi stessi, a scoprire cosa ci conduce alla vera gioia e all’amore senza lasciarsi appesantire da «dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita» che ci illudono di poter evitare questo incontro, ma con l’unico risultato di farcelo temere. Saremo pronti, così, per l’incontro con il Figlio dell’uomo, quando verrà con grande potenza e gloria.

Rendere a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio è la risposta di Gesù a una domanda tranello. È chiaro che solo a Dio si deve dare tutta la nostra persona e che, al contempo, va dato il proprio contributo leale alle istituzioni civili. Questo Gesù lo insegnerà con la sua vita e l’obbedienza della Croce, quando i suoi avversari sceglieranno di stare dalla parte del potere umano e non dalla parte di Dio. 

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FOGLIO SETTIMANALE 24/11 - 01/12

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N.S. GESÙ CRISTO RE DELL’UNIVERSO / B - DOMENICA 24 NOVEMBRE 2024

IL POTERE CHE MUOVE LA STORIA

Forse anche a te capita di chiedere il perché di quanto accade nella tua vita e nella storia del mondo. La solennità di Cristo Re dell’universo ci ricorda, alla fine di questo anno liturgico, che la storia non va avanti “a caso” ma avanza verso una meta. Oggi ci è dato di scorgere con l’occhio della profezia (I e II Lettura) la chiave di volta in cui tutto trova senso e compimento: Cristo, il cui «potere eterno non finirà mai». «Dunque, tu sei re?», chiede Pilato. Se i regni di questo mondo si affermano con la potenza delle armi, il regno di Cristo avanza nella storia con la forza di un’attrazione interiore che ha nome “verità”. La verità è il richiamo silenzioso («la mia voce») radicato nei cuori umani, rivolto a chiunque sa mettersi in gioco nell’incontro personale con lui (Vangelo). «Colui che ci ama e ci ha liberati dai nostri peccati con il suo sangue» è l’eterno Sacerdote sul cui altare, ogni giorno nell’Eucaristia, si riversa tutta la vita del mondo, riconsegnata al suo “destino ultimo”; e noi, resi nel battesimo re, profeti e sacerdoti, abbiamo parte al suo potere regale. Un solo atto d’amore ha il potere di trascinare il mondo.

Rendere a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio è la risposta di Gesù a una domanda tranello. È chiaro che solo a Dio si deve dare tutta la nostra persona e che, al contempo, va dato il proprio contributo leale alle istituzioni civili. Questo Gesù lo insegnerà con la sua vita e l’obbedienza della Croce, quando i suoi avversari sceglieranno di stare dalla parte del potere umano e non dalla parte di Dio. 

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