Programmare il doposcuola: settimane di passione salesiana!
- Scritto da Jessica Soardo
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Lo scorso 13 settembre le porte delle scuole si sono aperte per la maggioranza degli studenti del Friuli Venezia-Giulia, e con esse anche quelle del nostro Oratorio Don Bosco.
Una lunga colonna di zaini colorati, accompagnati da un vociare allegro, ha ripreso ad animare i nostri spazi, ma da qualche settimana c’era già un lavorio in atto per programmare l’anno del dopo-scuola oratoriano.
La nostra équipe educativa, cuore pulsante dei servizi educativi, ha cominciato a riunirsi i primi giorni di settembre: suore, educatori e collaboratori attorno ad un tavolo tra chi è partito per altri servizi, chi è rimasto e chi è arrivato o ritornato tra noi. Solitamente si parte con la curiosità del toto-nomi: riconferme e nuovi incarichi intervallati da dolci merende portare a rotazione dai membri dell’équipe. Attorno a quel tavolo, è il momento di conoscere nuovi colleghi, volontari, ragazzi del servizio civile e borse lavoro, che ci daranno una grande mano nell’anno che viene; è il momento per organizzare le forze tra i vari servizi educativi offerti, di conoscere con emozione i nomi dei ragazzi e ragazze con cui si starà assieme.
La parte più importante e corposa è, però, meno organizzativa e più di pensiero: quella del tema pastorale. Oltre al ripasso della pedagogia salesiana nello stare con i ragazzi, ci siamo dedicati alla proposta educativa-pastorale per i giovani promossa dal Movimento Giovanile Salesiano italiano.
Nel 2024 ricorrerà il bicentenario del “sogno dei nove anni” di Don Bosco, un evento biografico divenuto ispiratore e cardine della pedagogia salesiana, e così, dopo tre anni di avvicinamento, quest’anno viene proposto il tema centrale del sogno, del saper sognare, di una “segnaletica” per tornare a sognare, con la consapevolezza che “Tu (Dio) vedi più lontano di me”.
Come ebbe a dire Papa Francesco in tanti suoi interventi “i sogni sono importanti, tengono il nostro sguardo largo, ci aiutano ad abbracciare l’orizzonte, a coltivare la speranza in ogni azione quotidiana. E i sogni dei giovani sono i più importanti di tutti. Un giovane che non sa sognare è un giovane anestetizzato; non potrà capire la vita, la forza della vita”.
Come facciamo spesso, per capire e poi trasmettere certi temi partiamo da noi stessi, come uomini e donne impegnati nella crescita di bambini e ragazzi: ci siamo chiesti e ricordati quali sono i nostri sogni, da dove vengono e quali potrebbero essere quelli dei ragazzi che vediamo tutti i giorni. Ancor di più: come accogliamo i sogni dei ragazzi? Ci ricordiamo che è difficile ascoltare senza giudicare o dare consigli non richiesti? Che l’importante è far loro sapere che siamo sempre al loro fianco, e non se approviamo o meno il loro sogno? Come si accompagnano i nostri ragazzi nel loro discernimento vocazionale di vita per rispondere alla domanda “cosa sarò da grande”?
Aiutati da un testo, abbiamo strutturato l’anno in base a tre fasi in relazione ai sogni: le precondizioni per sognare, il discernimento dei sogni e la responsabilità nelle loro scelte.
Siamo convinti che il tema del saper sognare sia di grande importanza per le giovani generazioni, e facciamo nostre ancora una volta le parole del Papa, quando ci invita a non accontentarci di un sogno da divano, di sogni della comodità, di sogni al ribasso: la Bibbia ci dice che i sogni grandi sono quelli capaci di fecondità, di donare gioia e pace; sono sogni che si rivolgono al noi ed hanno bisogno di una fonte inesauribile di speranza, di un Infinito che soffia dentro di noi per essere alimentati e fatti crescere nella realtà che a volte è tutt’altro che accomodante.
Ecco, quindi, la scelta di iniziare l’anno pastorale con attività sulla postura dei sognatori, come l’ascolto e l’attenzione, l’apertura alla vita e a Dio, la resilienza, intesa come la capacità di affrontare il fallimento e la sconfitta sapendo che non si tratta dell’ultima parola.
La parte centrale dell’anno ci vedrà invece impegnati nel discernimento, nel riconoscere la fonte dei miei sogni, a chiedere i doni per il discernimento, a chiedermi se ciò che sogno è davvero conforme a Dio e al bene del prossimo. Siamo convinti che Dio vede più lontano di noi?
Nella parte finale, infine, ci soffermeremo su come portare avanti i nostri sogni, su come farli crescere nel nostro impegno, all’interno di una famiglia umana e salesiana e nella fiducia in Dio.
Confidando nella forza e nel sostegno dello Spirito, auguriamo a tutti un buon inizio anno.
Buoni sogni a tutti!
Francesco Pertoldi